Descrizione
“Se scrivere avvicinandomi a nuovi temi, rivisitando i lontani, poetando ciò che sempre ho desiderato dire, ché da me amato, sia stato meraviglioso, ma pur sempre un po’ triste, rileggere le mie opere a breve distanza, dopo un intervallo cupo e burrascoso, è stato più che mai atroce: il distacco di un mondo che non si interessa alla sacralità, il mio distacco da questo mondo, e l’arte oramai disconosciuta, per cui ho molto pianto, come interpellato da funesti presagi, sono stati, per me, quasi una violenza a cui ho posto fine con una mortale rinuncia, non per me, in primis, pericolosa, in quanto è oltre la mia insignificante volontà, se posta fra quella di tutti gli altri esseri viventi, che il mio addio s’innalza dalla velenosa nebbia delle discariche di tumultuanti e confusionarie città sino alla più alta particella eterea e, forse, oltre ancora… laddove un giorno, forse, scoprirà qualcuno sia faticoso giungere e un altro a seguire, sia immediato; per poi tornare proprio qui dove io vissi e ritrovare un pianeta completamente diverso, con esseri viventi diversi e sani che potranno forse attentamente guardare, con meraviglia e tristezza, la profonda lacuna della vita racchiusa in questo mio pensiero, e… paura; per poi proseguire con amore e gioia la propria vita in questa magnifica terra, inconfondibile magia della vita”.
ALESSIO ROMANO
Fra le fronde di quell’albero lontano
s’intravedono gli strali della luna
mentre un alito di vento soffia, piano.
È così che in questa terra oscura, bruna,
un’immagine mi prese per la mano
concedendosi alla stregua di nessuna.
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