Pubblichiamo l’intervista di Gradassi Chiara a Federico Di Carlo autore, insieme al professor Raffaele Tataranni, del libro “L’allenamento mentale performativo nel tennis. L’innovativo Metodo di Analisi della Prestazione nel Tennis con lo Strumento della Match Analysis (TMMAT©)”.
Federico di Carlo è metodologo dell’allenamento mentale nel tennis e in altri sport, con particolare riferimento agli aspetti performartivi. Per &MyBook ha pubblicato: “Il Cervello Tennistico” e “Il Coaching Sportivo”. Ha anche pubblicato “The Tennis Brain” e numerosi articoli di ricerca su riviste internazionali. Lavora quotidianamente con sul campo con tennisti e tenniste e con atleti di numerose discipline sportive.
Raffaele Tataranni è titolare della cattedra di Tennis ad alti livelli dell’Università di Bari. Tecnico Nazionale della Federazione Italiana Tennis per la quale ha collaborato diversi anni come docente, occupandosi specificatamente di Match Analysis al Centro Tecnico Nazionale di Tirrenia. Dal 2017 gestisce la società “Inside Tennis” che si occupa di statistica applicata al tennis, prestando servizi a tennisti/e, soprattutto di Match e video Analysis.
1) Può spiegare che cos’è il TMMAT (Tennis Mental Match Analysis Training)?
Il TMMAT è un sistema di analisi della partita e di allenamento mentale applicato al tennis (e con qualche debito adattamento e accortezza è applicabile anche ad altre discipline sportive). È un sistema di rilevamento dello score basato su dati numerici, statistici e percentuali che trova poi verifica, validazione ed elaborazione nel metodo della match analysis. La match analysis si avvale della video registrazione della partita e permette di poter rivedere qualsiasi aspetto, momento e situazione della partita.
2) Come ha elaborato e sviluppato questo nuovo metodo di allenamento?
Mi avvalevo della rilevazione statistica (Momentum) già da diversi anni come strumento di raccolta dati ai fini della valutazione mentale della partita di tennis. Ma allora la video analysis non era disponibile. Le nuove tecnologie (la match analysis ha iniziato a diffondersi nel tennis intorno al 2010) hanno reso questo lavoro molto più affidabile, veloce e completo. I processi di raccolta dati e della evidenza visiva sono le due diverse facce della stessa medaglia e metterli insieme è stato un processo immediato e intuitivo. Dopo aver parlato con il professor Tataranni, in due giorni ho buttato giù l’indice del libro. Nella mia testa il metodo era pronto già da tempo…
3) Per quali motivi i giocatori di tennis sono così restii a lavorare sulla componente mentale?
Bella domanda… I motivi sono tanti ma mi preme dire che la domanda che mi ha posto è il principale motivo per cui è nato il metodo TMMAT. Diciamo che i motivi più importanti sono eminentemente due. Il primo è che i giocatori hanno l’opportunità di valutare valanghe di dati, numeri e statistiche per le altre componenti del gioco (tecniche, tattiche e atletiche), ma per la parte mentale non hanno niente. Per cui anche se vogliono lavorarci sopra, dal momento in cui non hanno elementi tangibili, specifici e misurabili per verificare il lavoro fatto, a un certo punto lasciano stare e pensano che sia inutile. La seconda ragione, è che i sistemi tradizionali di allenamento mentale sono basati sulla soggettività dell’approccio. Da una parte soggettività da parte dell’addetto mentale che porta avanti metodi e programmi secondo la sua personale inclinazione e visione della materia; soggettività anche da parte dell’atleta che analizza la prestazione mentale secondo quelle che sono le sue impressioni, valutazioni e narrativa. È chiaro che nel momento in cui i due metodi soggettivi non sono concomitanti, l’atleta, soprattutto se professionista, è scarsamente interessato al punto di vista dell’addetto mentale.
4) Quanto è invece importante questa componente nelle prestazioni di uno sportivo?
La componente mentale è imprescindibile alla buona prestazione di un atleta. Quanto a “gradiente di importanza” non c’è un metodo scientifico che possa quantificarne l’entità. Quando si sente dire che la componente mentale è il 50% o il 90% di una prestazione, si tratta di impressioni e valutazioni personali che non hanno nulla di scientifico. Il problema però rimane: il fatto che molti atleti ritengono che la componente mentale è importante ma sono pochi quelli che gli dedicano un tempo almeno paritario rispetto alle altre componenti dello sport.
5) Ha scritto il libro insieme al professor Raffaele Tataranni. Com’è stata questa esperienza di scrittura a quattro mani?
È stata un’esperienza estremamente positiva. Ci siamo innanzi tutto trovati al 100% sullo sviluppo del progetto. Poi ci siamo divisi i compiti. Io mi sono occupato dell’elaborazione teorica del metodo e dell’articolazione narrativa dal punto di vista mentale. Il professor Tataranni si è invece occupato della parte tecnico statistica del metodo, con particolare riferimento alla match analysis che è la sua materia specifica. Abbiamo lavorato benissimo insieme perché il nostro lavoro, sebbene in due settori molto diversi, è complementare e per quanto riguarda la parte mentale siamo imprescindibili l’uno per l’altro. Nel mondo del tennis professionistico, oggigiorno si lavora a livello di team work, si fa gioco di squadra, per il vantaggio del giocatore. Per cui siamo avvezzi a lavorare in equipe ed è stato assolutamente fantastico collaborare alla nascita del metodo TMMAT.
6) Questo è il suo terzo libro. Quando trova il tempo per scrivere? Come organizza il lavoro di scrittura?
A dirla tutta questo è il quinto libro che pubblico… 😊 Per me scrivere è un processo assai naturale. È il modo in cui riesco a fissare personalmente e facilmente i concetti e a esprimermi al meglio. Quando voglio dire qualcosa per me è naturale metterlo per iscritto; sedermi al computer, aprire un file di Word e iniziare a scrivere. Il momento più creativo per me è la mattina presto. A volte mi alzo alle cinque e scrivo fino alle nove di mattina. Spesso mi alzo nel cuore della notte per mettere giù intuizioni e pensieri. A volte passano svariati giorni senza che io scriva. Poi la vena ritorna e si ricomincia.
Il mio lavoro iniziale parte dal discorso generale. Ho bisogno di una scaletta che dia coerenza e argomentazione al mio discorso. Poi inizia il progetto di sviluppo dei singoli capitoli.
Ad agosto avevo un’altra pubblicazione pronta per esser data alle stampe, ma dopo aver parlato con il professor Tataranni, “L’allenamento Mentale Performativo nel Tennis” ha avuto priorità immediata. Lo abbiamo scritto in tre mesi. È un metodo che ha subito polarizzato la mia attenzione e quella del professor Tataranni. Si tratta di un metodo che ribalta la concezione tradizionale di analisi della partita e di allenamento mentale nel tennis. Il metodo TMMAT è una novità assoluta teoricamente e praticamente e l’applicazione delle statistiche e della video evidenza al gioco è il futuro nel tennis.
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