scritta su pergamena breve storia dell'indice dei libri proibiti

Breve storia dell’indice dei libri proibiti

pubblicato in: Passione Lettura 0

L’indice dei libri proibiti, Index librorum prohibitorum, era una lista di libri che la Chiesa riteneva fossero contrari alla fede e che quindi non dovevano essere diffusi.

Di seguito un breve excursus della storia di questo indice.

grafiche libri antichi

Prima dell’Indice dei libri proibiti

Anche se il primo indice è del XVI secolo, la Chiesa ha iniziato a proibire determinati scritti già dal Concilio di Nicea del 325, mettendo al bando prima le opere di Ario, poi quelle di Origene e infine quelle dei manichei.

Se il secondo concilio di Nicea del 787 aveva stabilito che i libri considerati eretici dovevano essere consegnati al vescovo, quello di Tolosa del 1229 proibì che i laici potessero avere la Bibbia e il Concilio di Tarragona del 1234 che le Bibbie tradotte in lingue volgari fossero messe al rogo.

Dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili

Con l’invenzione e la diffusione della stampa a caratteri mobili la Chiesa sentì l’esigenza di dover controllare le opere che entravano in circolazione. Un editto emanato l’anno dopo la bolla di Pio III imponeva il controllo delle opere stampate all’Inquisizione, togliendo di fatto  questo potere ai vescovi. In questo modo gli inquisitori avevano il dovere di entrare anche nelle case private, oltre che nei monasteri e conventi, per prendere e bruciare i libri che erano considerati proibiti.

In seguito la Chiesa tentò in diversi modi di controllare e impedire la circolazione di determinati libri.

Ci furono alcuni elenchi di libri proibiti compilati dalla Sorbona (1547) e dall’Università di Lovanio e un editto emanato dal cardinale Carafa (poi papa Paolo IV) che stabiliva che i libri dovevano passare, prima di essere stampati e venduti, dal Sant’Uffizio che ne doveva dare l’autorizzazione.

Il primo Indice dei libri proibiti

Il 30 dicembre del 1558 papa Paolo IV promulgò il primo indice dei libri proibiti. Definito anche indice paolino e compilato dall’Inquisizione di Roma era diviso in autori, titoli di libri e opere anonime. Ci furono però diverse problematiche nella sua esecuzione anche perché trovò ostacoli da parte dei vari Stati.

Il Concilio di Trento

Una nuova lista fu compilata dal Concilio di Trento da una commissione di vescovi. Con questo elenco erano proibiti tutti gli scritti di autori non cattolici, alcuni titoli di altri autori, gli scritti anonimi o senza le indicazioni dello stampatore, della data e del luogo di stampa; quelli che non avevano l’Imprimatur o che trattavano di teologia  e magia. Era un indice più moderato dove era consentito togliere le parti dei testi sospesi e dove le condanne erano meno severe.

Dall’Indice Clementino al XX secolo

Nel 1596 con il papa Clemente VIII ci fu un aggiornamento dell’indice: venivano aggiunte quelle opere che erano presenti in altri indici europei. In più spettava alla Congregazione concedere la possibilità agli autori di spiegare quello che avevano scritto.

Fu il papa Benedetto XIV a modificare alcune regole con l’emendamento di un indice nel 1758 come per esempio togliere il divieto di leggere la Bibbia nelle lingue nazionali.

Nel 1948 venne pubblicata un’ultima edizione dell’indice di libri proibiti e nel 1966 venne definitivamente abrogato con il Concilio Vaticano II (Paolo VI).

 

Fonte:

F. Formiga, L’invenzione perfetta. Storia del libro, Editori Laterza, 2021.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.