Un romanzo deve avere una struttura solida, dove la successione degli eventi deve essere nel giusto ordine.
Un aiuto per costruire una struttura impeccabile è quello di seguire il modello in tre atti. Utilizzare una struttura già definita permette di rilevare se sono presenti, nella storia, tutti i punti necessari perché questa funzioni. Il primo a parlare di questa tecnica narrativa è stato Aristotele nella Poetica. Secondo il filosofo tutte le opere devono avere un inizio, una parte centrale e una fine.
Primo atto
Nella prima parte della storia, che deve essere breve, devono essere presentati i personaggi, in particolare il protagonista, deve essere mostrata l’ambientazione dove si svolgerà la storia e soprattutto deve includere l’incidente scatenante, ovvero l’evento che rompe l’equilibrio iniziale e con il quale cambia tutto. Il protagonista deve decidere se accettare la chiamata (che è il punto di non ritorno, ovvero quel qualcosa che induce il protagonista a passare nella parte seguente della storia e non può più tornare indietro) e quindi fare di tutto per raggiungere il suo obiettivo e ritrovare un equilibrio anche se diverso da quello iniziale. L’incidente scatenante può essere, a seconda del romanzo che si sta scrivendo, un incontro amoroso, il ritrovamento di un cadavere ecc.
Secondo atto
Questa è la parte più lunga del romanzo. In questa parte il protagonista lotterà per riuscire a raggiungere il suo obiettivo, ma gli ostacoli che incontra saranno superiori alle sue forze e capacità. Commetterà molti errori. Non ha ancora le competenze sufficienti per vincere. Ci saranno così una o più sconfitte e il protagonista si sentirà demoralizzato. Ma è proprio grazie a questi eventi che riuscirà ad acquisire le competenze e l’esperienza per raggiungere l’obiettivo.
Il secondo punto di non ritorno sarà quando il protagonista decide di battersi con tutte le sue forze per raggiungere l’obiettivo. In questo punto quindi sarebbe meglio inserire un colpo di scena, dove il protagonista si trova in una brutta situazione.
Terzo atto
In questa parte devono essere presenti la crisi, il climax e le conseguenze e occorre porre attenzione che tutti i nodi vengano sciolti, sia della trama principale sia delle eventuali sottotrame presenti nella storia.
Nel momento di crisi la tensione deve essere al massimo e questa si manifesta nel climax, il punto di svolta più importante.
Il lettore deve percepire il finale come l’unico possibile, l’unico che ha veramente senso dopo la storia raccontata. Allo stesso tempo però non deve essere un finale scontato, deve comunque essere una sorpresa per il lettore.
Conclusione
Sono tantissimi i romanzi e anche i film che sono scritti seguendo la struttura in tre atti. Conoscere e usare modelli già consolidati è senz’altro una modalità di lavoro che aiuta a scrivere un buon romanzo
Fonti:
Gotham Writer’s Workshop, Lezioni di scrittura creativa, Dino Audino editore, 2010.
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