Si scrive ne o né? Perchè o perché? Avete mai questi dubbi sull’uso degli accenti nella grammatica italiana? Non è sempre facile ricordarsi tutte le regole che riguardano l’accento, ripassarle di tanto in tanto può essere di aiuto per scrivere in modo corretto.
L’accento è un segno grafico che distingue le parole a seconda della sillaba in cui cade in:
- Parole tronche, hanno l’accento nell’ultima sillaba.
- Parole piane. In queste parole l’accento cade nella penultima sillaba. Nella lingua italiana sono la maggioranza.
- Parole sdrucciole. Sono le parole dove l’accento cade nella terzultima sillaba.
- Parole bisdrucciole. In queste parole l’accento va messo nella quartultima sillaba.
- Parole trisdrucciole, hanno l’accento nella quintultima sillaba.
Accento tonico e accento grafico nella grammatica italiana
L’accento grafico è il segno che viene utilizzato per indicare dove va l’accento anche se tutte le parole hanno un accento dove aumenta l’intensità della pronuncia (accento tonico).
L’accento grafico si distingue in accento acuto che va sulle e e sulle o chiuse e l’accento grave che invece serve per indicare le e e le o aperte e si mette su tutte le altre vocali.
Di norma l’accento grafico deve essere indicato solo in alcuni casi, per esempio nei casi delle parole che assumono diversi significati a seconda della sillaba in cui cade l’accento (omografi) e nelle parole tronche di due o più sillabe e in alcuni monosillabi come per esempio già, può, giù.
Esistono alcune parole che hanno una doppia accentazione a seconda che si segua l’accentazione greca o quella latina. Per esempio zàffiro o zaffìro.
Accento circonflesso
L’accento circonflesso veniva usato nella lingua italiana fino alla prima metà del Novecento, mentre oggi è rarissimo. Questo accento si usava soprattutto nelle poesie nelle forme contratte. Per esempio furono diventa fûr, cogliere diventa côrre.
.Veniva anche usato per i plurali dei sostantivi e aggettivi che finiscono con il dittongo atono -io dove al posto delle due i si metteva la i con l’accento circonflesso. Oggi di solito si lascia alla comprensione del significato del contesto.
Dieresi
La dieresi in italiano si usa pochissimo. Veniva usata nella metrica per indicare la separazione di due vocali, attraverso la pronuncia, che appartengono a due sillabe diverse.
Viene usata nella lingua francese e in quella tedesca.
Questi due tipi di accenti non sono presenti nella tastiera dei computer. Per inserirli in uno scritto si possono quindi usare scorciatoie da tastiera o inserirli attraverso i menu dei simboli, a seconda del programma di videoscrittura usato.
Errori comuni nell’uso dell’accento nella grammatica italiana
Di seguito un elenco che può aiutare a scrivere in modo corretto le parole accentate:
- L’accento grafico va inserito nei monosillabi che possono essere confusi perché hanno significati diversi a seconda che sia presente o meno l’accento. Per esempio: il verbo dà; il pronome sé; gli avverbi sì, lì e là. Invece non deve essere messo nelle forme verbali fa e do perché sono facilmente distinguibili dagli omografi che hanno significato di note.
- L’accento acuto deve essere messo nei composti di tre, re, blu, su. Per esempio: ventitré, viceré ecc.
- L’accento grafico va nelle parole composte dove il secondo membro è un monosillabo, come per esempio autogrù.
- È un errore usare l’apostrofo o l’apice dritto al posto dell’accento.
- È sbagliato l’accento sugli avverbi qui e qua e sui monosillabi me, tre, fra, su, sto, so.
Conclusioni
La grammatica italiana è complessa e difficile ma per diventare dei bravi scrittori è indispensabile conoscerla e saperla applicare. Un suggerimento è quello di continuare a studiarla, soprattutto quando si hanno dei dubbi e di leggere tanti, tanti libri.
Fonte: Maurizio Dardano, Pietro Trifone, “La nuova grammatica italiana”, Zanichelli, 2014.
Lascia un commento