L’importanza del tempo nella scrittura

pubblicato in: Passione Scrittura 0

Per un autore saper usare bene il tempo nella scrittura è fondamentale. Tutte le storie sono inserite in una determinata epoca, hanno una precisa durata e nel loro svolgimento presuppongono il trascorrere del tempo. Lo scrittore può scegliere come manipolare il tempo, lo può comprimere oppure estendere, decidere quale porzione di tempo raccontare e quale invece omettere, stabilire se il tempo deve trascorrere lentamente oppure velocemente.

Il tempo nella scrittura: i tempi della realtà

Per comprendere un testo è importante fare una distinzione tra i tempi di realtà, ovvero i tempi in cui l’autore reale scrive l’opera e il lettore effettivamente la legge. E i tempi di finzione, ovvero i tempi della storia raccontata.
Sapere il tempo in cui un romanzo è stato scritto può essere interessante. Così si possono cogliere quali siano le influenze dei fatti storici, del clima politico e sociale e delle condizioni culturali che maggiormente hanno avuto rilevanza. Anche il tempo in cui uno scrittore ha impiegato per scrivere il libro può essere un aspetto utile qualora l’autore avesse impiegato molti anni. La narrazione potrebbe essere influenzata da mutamenti nella concezione del mondo e della vita dell’autore.

Il tempo reale della lettura si riferisce a quando il libro viene realmente letto, quindi se un libro viene letto a distanza di molti anni da quando è stato scritto può avere sul fruitore un effetto ben diverso da quello che aveva pensato il suo creatore nel momento in cui lo aveva scritto. In alcuni casi può addirittura diventare più difficile da comprendere.

Il tempo nella scrittura: i tempi della finzione narrativa

Nella maggior parte dei casi le storie vengono raccontate senza seguire l’ordine reale e cronologico degli eventi. È l’autore che decide come scrivere gli eventi, come sistemarli all’interno della storia.

All’interno di una storia esistono così diversi tipi di tempi:

Il tempo della storia

È il periodo storico in cui è ambientata la storia. Questa è una scelta fondamentale che va trattata con molta cura soprattutto quando si decide di ambientare il romanzo in un periodo storico diverso dal presente. In questo caso occorre avere una precisa documentazione sugli eventi storici importanti di quel periodo e sugli usi e costumi caratteristici. Ma si riferisce anche alla durata della vicenda, ovvero la porzione di tempo che si è deciso di raccontare (quanti anni, mesi, giorni far durare la storia).

Il tempo della narrazione

In pratica è il tempo che lo scrittore usa per raccontare un evento. Quindi il numero effettivo di righe o pagine che l’autore impiega per scrivere un determinato evento o episodio. E quindi il tempo necessario al lettore per leggere il testo.
Tra la lunghezza del periodo che viene narrato e il tempo del racconto può anche non esserci congruenza: romanzi molto lunghi possono raccontare periodi molto brevi come periodi di tempo molto lunghi possono essere raccontati in romanzi brevi.

Il tempo del racconto

È l’insieme di tutte le modalità e le tecniche di cui l’autore può servirsi per raccontare la storia. In particolare, l’autore può usare tre categorie:

  • Ordine: l’autore può modificare l’ordine dei fatti senza preoccuparsi dell’ordine cronologico (fabula e intreccio). Per esempio, può anticipare alcuni fatti (prolessi) e/o posticiparne altri (analessi)
  • Durata: le azioni possono essere narrate in “tempo reale”, come può essere un dialogo tra due personaggi dove viene usato il discorso diretto. Oppure l’autore può scegliere di creare andamenti diversi, che possono essere più veloci o più lenti rispetto al tempo della storia principale. Per far questo può utilizzare diverse tecniche. Con l’uso di ellissi si velocizza l’andamento della storia perché si accorcia il tempo di quel momento della vicenda omettendo parti della storia. Il riassunto serve per concentrare quello che è successo in poche righe. Così come possono essere usate digressioni e pause per rallentare la storia.
  • La frequenza consiste nel numero di volte cui gli eventi vengono narrati. Un racconto è singolativo quando un evento che si è verificato una sola volta viene raccontato una sola volta. Si parla di racconto ripetitivo quando un episodio accaduto solo una volta viene raccontato più volte. Si definisce racconto iterativo quando qualcosa che accade più volte viene raccontato una sola volta. Queste scelte servono per dare più o meno importanza a particolari momenti della narrazione.

    Conclusione

Conoscere i tempi della narrazione e le varie strategie e tecniche che possono essere usate è un aiuto fondamentale per raccontare una storia. Una storia, infatti, deve avere un respiro e un andamento che riescano a tenere il lettore incollato alla pagina. Un metodo efficace per convincere i lettori a proseguire nella lettura.

 

Fonti:

Patrizia Landi, Le strategie della narrazione. Voci, tempi, modi, personaggi, Archetipolibri, 2013.

Andrea Bernardelli, Remo Ceserani, Il testo narrativo, Il Mulino, 2011.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.