La stampa a caratteri mobili: una vera rivoluzione

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Oggi stampare è un processo facile e veloce e il libro è un oggetto alla portata di tutti. Una delle invenzioni che più ha contribuito a questo progresso è la tecnica della stampa a caratteri mobili. Grazie a questa tecnica, la produzione di libri aumentò considerevolmente portando con sé molteplici conseguenze che segnarono profondamente lo scenario sociale e culturale. Fu l’inizio di una vera e propria rivoluzione.

Aumento della domanda dei libri

Dal XIII sec. iniziò a incrementare la richiesta di libri, dovuta in particolar modo all’aumento del numero delle università. Sempre più studenti, docenti e studiosi necessitavano di libri.
Dalla fine del XV sec. questa esigenza si intensifica con la modifica della società: nasce e si sviluppa una nuova classe sociale, la borghesia, che prende sempre più piede nella vita politica e amministrativa delle città. Parallelamente aumenta anche la sua richiesta di allargare il suo patrimonio culturale e ampliare le sue conoscenze.
È in questo nuovo scenario che nasce l’invenzione della stampa a caratteri mobili.

L’invenzione della stampa a caratteri mobili

Nel 1455 vennero pubblicate, con la tecnica della stampa a caratteri mobili, 184 copie della Bibbia a 42 linee dall’orefice tedesco Johann Gutenberg. Per riuscire a stampare questi volumi, di 1282 pagine e 3.800.000 caratteri, aveva impiegato circa tre anni.

Gutenberg era riuscito ad accelerare notevolmente il processo di stampa grazie all’uso di matrici composte da lettere singole che, di volta in volta, potevano essere posizionate in modo diverso. Con queste matrici poteva così stampare numerose pagine uguali. Aveva creato un vero e proprio processo industriale della stampa.

Sviluppo della stampa

Dopo la seconda metà del Quattrocento iniziarono a comparire anche testi che non erano legati al mondo religioso, in particolare venivano stampati classici latini e greci. Ma il mercato dei libri riuscì ad ampliare il suo pubblico grazie alle traduzioni delle opere principali nei dialetti più diffusi.
Nel Cinquecento, con l’aumento del mercato dei libri, sorgono le prime imprese editoriali europee.

A Venezia, che era diventata un centro nevralgico della produzione di libri, spicca lo stampatore Aldo Manuzio. Manuzio ebbe l’idea di pubblicare i classici latini e greci in un formato più piccolo. Questo fu possibile anche grazie all’utilizzo di un nuovo carattere, l’italico, che aveva una forma inclinata (il corsivo). Questa nuova dimensione dei libri fu importante perché permise l’aumento delle vendite grazie alla diminuzione dei costi di produzione e quindi anche dei prezzi e rese il libro più maneggevole e trasportabile.
Il libro inizia così la sua grande diffusione: nascono numerose case editrici e tra il Seicento e il Settecento anche le prime biblioteche nazionali.

Conseguenze della stampa a caratteri mobili

La stampa a caratteri mobili ha così permesso una diffusione massiccia del libro e questo ha portato a delle conseguenze che hanno segnato in modo profondo la società:

  • i libri, diventando un bene accessibile a un numero sempre più vasto di persone, hanno contribuito all’alfabetizzazione di massa
  • grazie al fatto che le idee potevano essere stampate e diffuse in modo rapido, venne favorita la diffusione di nuove culture. Molti studiosi concordano che questa nuova possibilità favorì in modo significativo il successo di Martin Lutero
  • la diffusione del libro permise la nascita di nuove forme di letteratura più ricreative e anche più indirizzate al guadagno
  • la maggiore circolazione di opere facilitò l’acquisizione del sapere grazie alla possibilità di accedere con più facilità alle conoscenze delle scoperte, impedendo la perdita di informazioni importanti

Conclusione

La stampa a caratteri mobili è sicuramente una di quelle invenzioni che ha contribuito a segnare in modo radicale la storia dell’umanità, permettendo a un numero sempre maggiore di persone di avere accesso al sapere. Come scriveva Cesare Cantù nel suo libro “Storia della letteratura italiana” (Firenze, Felice Le Monnier, 1865): Ad accelerare ed assicurare i progressi dello spirito umano valse un’invenzione suprema di questo tempo, la stampa. 

 

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