La storia di un bambino venuto al mondo due volte. Possibile? Certamente, per chi è nato negli anni della guerra.
Si sente spesso dire che il primo ricordo nitido dell’infanzia sia legato a un evento doloroso, ed Enrico Gariboldi nel suo Nato a dieci anni. Una storia che è anche storia, & MyBook edizioni, pare confermarlo.
Un romanzo dalle marcate tinte autobiografiche nel quale l’autore rivela di essersi sentito realmente nato solo nel giorno in cui l’Italia di Benito Mussolini dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, il 10 giugno del 1940, e poco importa se il certificato dell’anagrafe di Milano, sua città natale, riportava come data effettiva quella del 18 luglio del 1930.
Perché la guerra cambia tutto, stabilisce un confine netto tra un prima e un dopo, tra il tempo dell’innocenza e quello del disincanto, tra i ricordi sospesi di un’infanzia semplice vissuta nella periferia metropolitana e quelli di una giovinezza che scivola nella complessità del regime fascista, nell’orrore delle bombe, nella perdita delle persone che si amano. La guerra ha il potere di cancellare ciò che è stato, di rendere uomo un bambino, di barattare panorami che puntano all’infinito con orizzonti che si chiudono in una trincea.
E la seconda guerra mondiale ha rappresentato, forse più di qualsiasi altro evento, un rovesciamento totale tanto degli equilibri politici quanto degli orizzonti culturali universali, che si sono mischiati in un turbinio di azioni, pensieri e turbamenti dei quali ancor non si riconoscono i contorni, se non in modo sfumato.
Un docuromanzo, quello di Gariboldi, che grazie a una scrittura cristallina e lineare, racconta i tratti precisi di un conflitto drammatico che però trasuda forza. Agli occhi di un ragazzo, pur cresciuto troppo in fretta, non possono infatti sfuggire i bagliori di un futuro che ancora parla di bellezza, la stessa che incontra nello sguardo di Maria, nella solidità della sua famiglia, nella città che resiste per rinascere.
Nato a dieci anni è una storia che scivola nella storia, è una vicenda come tante altre vicende di quegli anni, ma che diventa universale nel momento in cui viene raccontata nella sua autenticità. E sono dieci anche gli anni narrati dall’autore; dieci anni, tra il 1940 e il 1950, che hanno cambiato le sorti del mondo ma che confermano che la spinta più forte, inesauribile e vera che l’uomo possiede, è quella che lo riporta sempre alla vita.
Piero
Complimenti per la qualità dei libri proposti!